E’ morto Fabio Scognamiglio : pesava oltre 300 kg.

Fonte : Sito Provincia Grosseto

Grosseto Sanità L’Asl: salvare Fabio è stato impossibile

GROSSETO. La morte di Fabio Scognamiglio, il giovane affetto da una grave forma di obesità e altre patologie, è stato un evento inevitabile. Tutte le cure possibili sono state messe in atto. Lo spiega il direttore dell’Asl che risponde così alle affermazioni fatte dai parenti immediatamente dopo la morte del proprio caro. L’Asl si associa a quanti hanno espresso le proprie condoglianze alla famiglia in un momento così doloroso.

Tuttavia, ci sentiamo di precisare che quanto riferito a proposito del fatto che l’Azienda Sanitaria di Grosseto non avrebbe fatto niente per aiutare Fabio non corrisponde a verità». Il caso di Fabio era già stato valutato, in seguito ad una segnalazione del medico di famiglia, da un apposito gruppo operativo multidisciplinare, del quale facevano parte operatori di vari servizi della Asl, fra i quali la salute mentale ed il servizio sociale, oltre allo stesso medico di famiglia, in modo da consentire una valutazione più accurata di una situazione chiaramente multiproblematica, con la presenza di alcune altre patologie che, insieme allo stato di gravissima obesità, ponevano seriamente a rischio la salute del paziente, e che, soprattuto, vedeva la necessità di coinvolgere la famiglia come risorsa principale. La prima considerazione fatta dagli operatori del gruppo era relativa alla possibilità di sottoporre Fabio ad un intervento chirurgico, possibilità ritenuta non praticabile in quanto non sarebbe stato possibile sottoporlo ad anestesia.

La stessa valutazione veniva fatta più di recente, come riferito anche dalla stampa, dallo specialista privato al quale si era rivolta la famiglia. In seguito, sulla base delle indicazioni di intervento del gruppo multidisciplinare, un medico psichiatra ha visitato Fabio a domicilio 7 volte in un anno, arrivando ad individuare la diagnosi e la conseguente terapia. Un medico diabetologo aveva valutato, insieme ai familiari, la possibilità che Fabio seguisse una dieta specifica che lo portasse alla riduzione del peso, ma la cosa non è stata attuata perché gli stessi familiari hanno riferito che Fabio aveva bisogno di mangiare in modo compulsivo, quando diminuiva la quantità di cibo cadeva in depressione e loro stessi non riuscivano ad aiutarlo a mantenere la dieta indicata.

In seguito a queste valutazioni, il gruppo operativo aveva constatato che l’Azienda Sanitaria non aveva alcuna possibilità di intervenire per limitare i danni causati dalla gravissima obesità. Inoltre, in tutto questo periodo, l’unica vera richiesta che risulta essere arrivata ai servizi della Asl da parte della famiglia è stata quella relativa al letto speciale, che l’azienda ha fornito in comodato d’uso a Fabio la scorsa primavera, e che, appena possibile, provvederà a far smontare per riportarlo nei propri magazzini.

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