23 Novembre 1980 : terremoto in Irpinia

Il 23 Novembre del 1980 è una serata che ricorderò per tutta la mia vita per il terremoto che sconvolse l’Irpinia, un terremoto, esattamente alle 19.34 una scossa del settimo grado della scala richter con epicentro nel comune di Conza della Campania in provincia di Avellino, i morti di quell’evento furono 2.735 ed i feriti 8.850, questo post vuole essere un racconto non molto particolareggiato di quanto accade quella notte, nei ricordi di un bambino alla sua prima esperienza di eventi naturali catastrofici.
Quella sera la ricordo benissimo, avevo 13 anni ed ero impegnato nella cameretta a svolgere i compiti che avrei dovuto portare a scuola il giorno dopo, mio Padre stava guardando la partita in televisione sulla Rai (bei tempi quando la Rai trasmetteva le partite di serie A e quando non c’erano le Pay-Tv) mentre mia Madre era impegnata a badare a mio fratello che di anni ne aveva 11 e mia sorella di 9.

Ad un certo punto comincio ad avvertire un movimento strano, la sedia comincia a muoversi, il lampadario a ballare e tutto intorno a me incomincia a girare, mio Padre dalla sua stanza non rendendosi ancora conto di quello che sta accadendo mi urla di non fare troppo chiasso che “si muovono i muri”, la prima che si rende conto di quello che sta succedendo è mia Madre che all’urlo di “il terremoto” ci fa rendere conto di tutto quello che stava succedendo in quei momenti.

Quei 90 secondi non li ricordo, ma furono interminabili, appena il movimento cominciò ad essere impercettibile uscimmo tutti di casa e scendemmo i 3 piani che si separavano dalla strada facendo attenzione a dove mettevamo i piedi con il terrore che le scale potessero cedere improvvisamente sotto il nostro peso.

Una volta usciti fuori dal cancello ci siamo guardati intorno e non eravamo soli, erano usciti tutti dalle loro case e la prima cosa che si osservava era se tutti i palazzi erano in piedi e se magari sulle facciate degli edifici ci fosse qualche segno che potesse far pensare ad un danno irreparabile.

C’eravamo proprio tutti, qualcuno ricordo che accese una radio per sentire dal radiogiornale le ultime notize, qualcuno faceva la conta di amici, parenti e conoscenti per verificare che tutti fossero usciti fuori dai loro appartamenti.

Forse è stata proprio la mia giovane età che mi spinse a fare una cosa che non so se adesso sarei in grado di ripetere, nel palazzo di fronte al nostro (che poi dopo sara evacuato, puntellato e ristrutturato perchè pericolante) abitava una vecchia Zia di mia Mamma che non vedevamo in mezzo alla strada insieme a tutti noi, senza perdermi d’animo sono salito al primo piano con il palazzo che ancora ballava per la scossa e sono andata a prendere e portarla fuori al “sicuro”.

A quel punto mio Padre ci prese tutti e dopo essere passati per la tabaccheria dell’amico Gianni a prendere un pò di cioccolata ci siamo avviati verso lo spiazzo di fronte al palazzetto del sport.

Dopo un pò, considerando il fatto che scosse non ce ne erano più state siamo tornati a casa a dormire, anche perchè avevamo notato che tutti stavano facendo la stessa cosa.

Durante la notte ci fu una grande scossa di assestamento che ci svegliò dal sonno, non ricordo molto di quel secondo episodio, quello che però accadde era che cercavo di infilare il pantalone con le scarpe già ai piedi e non riuscendovi mia Madre mi prese per un braccio e mi catapultò nel vero senso della parola per le scale (abitano ad un 4° piano) con una gamba del pantalone infilata e l’altra no, terminaii l’operazione di vestizione un volta uscito in strada dove per la seconda volta c’erano tutti.

A quel punto tornare a dormire a casa per i miei genitori era sembrato troppo rischioso e così con tutta la famiglia (c’erano anche i miei Nonni e i miei Zii) siamo tornati con la macchina sullo spiazzo del Palazzetto dello Sport che intanto andava mano a mano riempiendosi.

La macchina dell’epoca dei miei genitori era una vecchia Fiat 850 dove sul sedile posteriore ci accomodammo per domire io, mio fratello e mia sorella, sistemati alla meno peggio.

Con noi c’era anche mia Zia Silvana che all’epoca dei fatti era incinta, infatti nel gennaio del 1981 sarebbe nato mio cugino Marco.

Di quella notte da quel momento ho dei ricordi abbastanza sbiaditi, ricordo soltanto che c’era un pochino di tensione in famiglia tra i miei Nonni ed i miei Zii per la spartizione dei posti per dormire, insomma cose quasi “normali” in situazioni del genere.

Non avevo mai avute esperienze con eventi tellurici, quella del 1980 anche se non è stata l’ultima in quanto la zona dove abitano i miei genitori è stata interessata negli anni successivi dal fenomeno del Bradisismo della zona flegrea che hanno scaturito anche scosse di terremoto abbastanza forti.

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