Diossina nei cibi: cronaca di un lungo allarme
4 ottobre 2007. Diossina nel cibo: dagli yogurt ai gelati, dalla maionese ai surgelati, dagli integratori dietetici ai prodotti senza glutine. L’agente cancerogeno è finito nei nostri piatti per un periodo lunghissimo: da quanto ha ricostruito Il Salvagente, circola per l’Europa da almeno due anni. Sono potenzialmente a rischio i prodotti che contengono l’additivo addensante guar gum (indicato anche come farina di guar, o con la sigla E412) importato dall’India, e in particolare dall’industria chimica India Glycols.
L’allarme
Il 25 luglio scorso, la Commissione europea ha scoperto la diossina in 117 lotti di guar gum, importati in Europa dall’azienda svizzera Unipektin. A oggi, ispettori della Commissione sono in missione India, per comprendere a fondo la natura e le dimensioni della crisi. Nel frattempo, però, si accavallano notizie sempre più allarmanti. Che smentiscono, e superano, il primo allerta europeo. Il Salvagente ha scoperto che il guar gum con la diossina non è limitato a 117 partite. Non è stato importato solo in Svizzera. E circola anche per l’Italia. Lo confermano i dati di Unipektin: l’importatore elvetico, che si è trovato nell’occhio del ciclone, ha condotto analisi su campioni delle importazioni degli ultimi due anni. Con risultati sconcertanti. Il direttore di Unipektin, Bruno Jud – intervistato dal Salvagente – rivela che tutte le analisi hanno mostrato la presenza di diossina, anche in quantità superiori a quelle scoperte dalla Commissione europea.
Anche in Italia
Il guar gum incriminato è arrivato anche in Italia: lo rivela il dirigente di un grande laboratorio di analisi, e lo conferma il ministero della Salute. Un carico contaminato, inoltre, è approdato a giugno nel porto di Genova. E’ già stato distribuito alle aziende alimentari, tranne una parte, sottoposta ad analisi. Nei giorni scorsi, il ministero ha divulgato i risultati, che evidenziano tracce di sostanze contaminanti. Non è stato reso noto, però, quanti e quali prodotti contengono l’additivo alla diossina. In ogni caso, dal ministero assicurano che le Regioni che “stanno procedendo al rintraccio sul territorio nazionale di tale partita”. I consumatori, come al solito, vengono lasciati all’oscuro.
Ritiri in mezza Europa
Nel resto d’Europa, invece, il meccanismo di salvaguardia è scattato subito, e l’opinione pubblica ha percepito immediatamente l’emergenza. Fin dai primi giorni di agosto, le principali multinazionali si sono attivate per rintracciare l’additivo a rischio, ritirando i prodotti dai supermercati. Dalla Spagna all’Ungheria, dalla Svizzera alla Finlandia, la sirena d’allarme ha suonato con forza, anche sui giornali. Il ministero della Salute ungherese, ad esempio, per precauzione ha ordinato il sequestro di una quarantina di marchi, coinvolgendo alcuni nomi celebri: Danone, Coca Cola, Ceres… In Romania, una filiale del gruppo Danone ha interrotto la produzione di yogurt alla frutta (che in seguito, però, è stato giudicato esente da rischi). In Finlandia, il maggiore produttore di dolciumi, Valio, ha ritirato dal mercato 30mila cartoni di crema da cucina, avviando analisi accurate, e scoprendo la diossina nei prodotti confezionati già a partire da aprile.
Notizie col contagocce
In Italia, invece, le informazioni arrivano col contagocce: tutto succede al riparo dai riflettori. Il ministero ha diramato due circolari: la prima, diffusa il 14 agosto e destinata a Fedechimica e Federalimentare, era un generico invito a effettuare controlli. La seconda, datata 30 agosto e rivolta anche ai farmacisti, agli erboristi, e in genere ai commercianti e agli artigiani, ribadisce e sottolinea l’allarme, ha un tono più perentorio, e introduce un nuovo elemento di inquietudine: alcuni prodotti – cibi dietetici e integratori alimentari – sono più a rischio di altri. Infatti, negli yogurt e nei gelati, la percentuale di guar è relativamente bassa. Il pericolo per la salute, quindi, è legato soprattutto all’assunzione per un tempo prolungato, attraverso un’ampia varietà di prodotti. Ma in commercio, fra gli scaffali dedicati al “benessere”, si trovano pasticche, bevande, integratori dietetici, che sono addirittura a base di guar. Il carico di diossina potrebbe essere impressionante.