Le informazioni in corsivo sono tratte dalla guida “Sentieri Altopiano dei Sette Comuni” edizione 2006
Itinerario : Bivio Croce del Francese, Cimitero di Val Galmarara, Cimitero del Mosciagh 1, 2 e 3, Bivacco Stalder, Cimitero Brigata Sassari.
Punti di appoggio : Bivacco Stalder
Dislivello : 264 metri
Difficoltà : E Facile
Tempo : 1 ora e 20 minuti
Periodo : da maggioa ottobre.
Questo nuovo percorso, realizzato nel 2006, collega tra loro 5 ex cimiteri della prima guerra mondiale raggiungendo, nei pressi del bivacco Stalder, il Museo all’aperto della Grande Guerra di Monte Zebio. Si tratta di alcuni tra i luoghi più caratteristici e suggestivi dell’Altopiano che trasmettono al visitatore un senso di pace e di serenità. I cimiteri sono stati infatti tutti recuperati con l’installazione delle croci lignee a ricordo dei caduti (ora tumulati presso il Sacrario Militare di Asiago) e la sistemazione delle lapidi e dei monumenti originari ancora presenti.
L’itinerario prende avvio dal bivio stradale di quota 1390 metri situato in Val Galmarara, nei pressi della località Croce del Francese. Seguendo il tratto iniziale della strada (chiusa al traffico veicolare) che risale, in direzione Sud, le pendici settentrionali del Mosciagh, si arriva in breve ad un primo bivio dove ci si immette, sulla sinistra, su di una carrareccia giungendo poco dopo ad un secondo bivio.
Da qui piegando in direzione Nord si percorre una facile mulattiera che porta in breve al cimitero astroungarico di Val Galmarara (1445 mt.). Ritornati sui propri passi fino al secondo bivio, si riprende la salita lungo la carrareccia che porta all’incrocio di q. 1495.
Da qui si prosegue diritti, in direzione sud, lungo la strada per altri 250 m. e si arriva ad una conta prativa dove è situato il cimitero astroungarico “Mosciagh 1” (1486 m); si entra dal cancello (in una nicchia del muretto c’è il libro dei visitatori) e proseguendo lungo la staccionata si arriva al cimitero astroungarico “Mosciagh 2”. Proseguendo in direzione est (passando dietro al monumento posto in fondo al cimitero) si prende ora il sentiero che sale brevemente fino ad una strada. Dopo pochi metri, in direzione sud, si incontra un bivio dove si svolta decisamente a sinistra in direzione nord-nord-est seguendo la strada forestale per circa 500 m. fino al bivio di q. 1518; da qui si prende la mulattiera che prosegue verso est pressoché in piano, si raggiunge una stradina che, risalendo brevemente in direzione nord conduce al cimitero astroungarico “Mosciagh 3” (1513 m.) collocato all’interno di una suggestiva valletta prativa circondata da abeti.
Ritornati all’ingresso del cimitero si prende, sulla sinistra il sentiero che sale in direzione sud-est, si attraversa una strada forestale e si sale ancora fino a raggiungere la pista Stalder proprio poche decine di metri sotto al Bivacco Stalder (gestito dal soccorso Alpino di Asiago). Dal bivacco salendo una breve gradinata in direzione est si arriva al cimitero, recentemente ripristinato, ove furono sepolti i caduti della Brigata Sassari. Nei pressi del cimitero si possono visitare i resti dei camminamenti e delle trincee Italiane che sono state recuperate nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Museo all’aperto della Grande Guerra di Monte Zebio. Dal cimitero, salendo in direzione nord per circa 100 m. lungo il camminamento, si raggiunge la carrareccia che porta al bivacc seguendo la quale in direzione est, si raggiunge il bivio con il sentiero 832 che partendo dalla Croce di S. Antonio porta alla mina di Scalambron. Il ritorno al punto di partenza presso la Croce del Francese si effettua lungo il percorso di andata.
La partenza può essere effettuata anche dal Forte Interrotto (q. 1392 m.) che si raggiunge da Camporovere risalendo la strada (solo in parte asfaltata) che porta al M. Rasta e quindi ai resti della Caserma difensiva dell’interrotto (attualmente in fase di ristrutturazione). Da qui seguendo la strada sterrata (ai bivi con altre strade tenere la prevalente direzione nord seguendo la dorsale), si arriva nei pressi del M. Mosciagh (q. 1527 m.) superato il quale sempre lungo la strada si scende dalla conca prativa dei cimiteri Mosciagh 1 e 2 collegandosi quindi al sentiero 833 (50 minuti) dal forte.
Sabato 25 agosto 2007 come al nostro solito siamo andati in montagna per passare il week end immersi nella natura e facendo delle lunghe passeggiate sui sentieri Cai e non dell’altopiano di Asiago. La mia scelta era questa volta caduta sul sentiero 833 denominato dei 5 cimiteri, che ripercorre dei luoghi teatro di battaglie della prima guerra mondiale e dove è possibile ammirare anche dei reperti storici di notevole interesse.
Su precise indicazioni di Mario Traverso, titolare dell’albergo La Pineta di Cesura (ma di questa struttura che merita ve ne parlerò in un altro post) siamo arrivati al punto di partenza del sentiero, anche se la partenza è circa 100 m. più in basso della Croce del Francese sulla destra, si scende lungo la stradina e dopo 20 m. c’è un piccolo spiazzo dove possono trovare facilmente da parcheggiare 4-5 automobili.
Scarponi da montagna ai piedi, zaini in spalla e siamo partiti per il sentiero, molto facile tranne un breve tratto con un dislivello molto accentuato e con il fondo del sentiero pieno di sassi.
Purtroppo non abbiamo potuto vedere tutti i 5 cimiteri ma ci siamo “limitati” a quello di Val Galmarara, il Mosciagh 1 e 2 e poi una puntata in basso verso forte interrotto (che a me non ha impressionato molto), poi abbiamo deciso di tornare indietro in quanto eravamo a passeggio da circa 4 ore e le gambe cominciavano a fare male. Il bello del camminare in montagna è il silenzio, la pace, specialmente nei luoghi che ricordano eventi della prima guerra mondiale, poi si incontrano sempre persone che sono lì per lo stesso motivo, anche i due in bicicletta che abbiamo incontrato al Mosciagh 1 e che hanno voluto essere scattati una foto per dimostrare ai loro amici che erano effettivamente arrivati fino a quel punto e che non raccontavano frottole.
La promessa che ci siamo fatti è stata quella di ritornare su questo sentiero (magari l’anno prossimo) per poter fare il pezzo che non abbiamo potuto fare per carenza di tempo e che magari con un po’ più di allenamento nelle gambe si riesce a fare.
Zaini in spalla! Ma cosa portiamo nello zaino ? La curiosità ve la tolgo subito, sabato mattina siamo passati per il supermercato a prendere 100 g. di prosciutto crudo San Daniele, mentre al forno di fronte (al centro di Asiago) abbiamo preso un pezzo di pizza ai carciofi per Olga ed un panino per me. Inoltre portiamo almeno 3 litri di acqua, i tappetini per stendersi nel caso si incontri qualche radura che permette il riposo, le crocchette o i biscottini per Epifanio e la sua ciotola per l’acqua, anche se il cagnaccio nero di bere quando siamo in montagna non ne vuole proprio sapere.