Ostaggio di 260 Kg, nuovo appello
“I medici mi hanno abbandonato ancora”
Dopo il primo disperato appello a Tgcom, le centinaia di e-mail di solidarietà e il clamore mediatico, Andrea Notari è di nuovo solo, ostaggio dei suoi 260 Kg e prigioniero del suo letto. “Sono abbattuto, dopo le promesse e i primi interessamenti di alcuni medici di Aosta, Reggio Emilia e Padova, non si è più fatto sentire nessuno, mi hanno abbandonato”, ci ha spiegato il giornalista 43enne ormai stanco di lottare contro l’obesità.
“Non conta più il paziente, ma i soldi – accusa – certi medici sono ormai dei businessman”. Andrea da 17 anni lotta con le complicazioni di un’operazione che avrebbe dovuto risolvergli i problemi di obesità, ma fino ad oggi non ha trovato qualcuno disposto a curarlo seriamente. Per ora ha ricevuto soltanto promesse, mai mantenute. “L’ultima volta dopo l’appello sul vostro giornale si sono fatti avanti alcuni medici, ma poi quando si sono spenti i riflettori mediatici tutto è tornato a tacere – spiega – Mi hanno proposto soluzioni chirurgiche, promesso ricoveri, effettuato prospetti operatori e poi ogni volta mi sono trovato di fronte a un muro, con slittamenti improvvisi”.
Sui motivi di questo disinteresse, Andrea non sa darsi una spiegazione. “Ma queste persone non rispondono a dei superiori? – si chiede – I giorni passano e la mia situazione peggiora continuamente”. Dal Ministero della Salute non si è fatto sentire nessuno e le speranze di trovare un rimedio svaniscono di ora in ora.
Per porre fine al suo calvario Andrea è disposto a tutto, nonostante le difficoltà motorie che lo costringono a letto. “Sono disposto ad andare anche all’estero, forse è meglio – dice – In Messico l’uomo più grasso al mondo, Manuel Euribe, è seguito da un’equipe ed è assistito quotidianamente e a me, in Italia, nessuno propone macchinari, cure o aiuti”. Nel frattempo le sue condizioni fisiche e psichiche peggiorano. “Parlo con la rabbia, ma sono depresso – spiega Andrea -. Prima avevo voglia di lottare, ora non più. Quando ti danno speranze poi hai anche delle aspettative e se vengono deluse allora è la fine e si molla”.
Dopo 17 anni di lotta, tra il silenzio delle autorità sanitarie e la sofferenza, le speranze si scontrano con la dura realtà. “Sono in crisi, non credo più in niente, aiutatemi”, dice Andrea, che comunque cerca di trovare conforto nel calore della gente comune, che gli scrive e lo invita a non mollare. L’indirizzo e-mail per contattarlo e sostenerlo è sempre lo stesso ( andrea-notari@libero.it ), ma ora servono aiuti concreti. “Il mio problema è molto sentito dalla gente – dice – le persone mi sono vicine, ma ora mi serve un aiuto clinico, psicologico e fisico. Non lasciatemi morire”.