La soia ci giunge dall’Estremo Oriente, dove da millenni soprattutto i Cinesi, i Giapponesi e gli Indonesiani ne conoscono e ne sfruttano le numerose proprietà. In Italia e in altri paesi europei la coltivazione della soia si è diffusa solo di recente ma, come negli Stati Uniti, è destinata prevalentemente all’alimentazione del bestiame.
La coltivazione biologica della soia avviene nel rispetto dell’equilibrio e della composizione del suolo. Le aziende che non allevano animali e perciò non dispongono di concimi organici, applicano la tecnica del “sovescio” : la soia viene coltivata insieme ad altre piante ricche di azoto, come la fava o il trifoglio, che dopo la raccolta della soia vengono interrate, così da servire come concime naturale.
La sua importanza in campo nutrizionale è data dal contenuto di proteine che portano tutti gli aminoacidi essenziale in proporzione maggiore a quella rilevata in tanti altri alimenti, sia di origine animale che vegetale. E’ inoltre ricca di sali minerali e di oligoelementi (fosforo, magnesio, ferro, iodio) ed assicura un equilibrato apporto di acido linoleico e di lecitina.
Secondo i nutrizionisti tutte queste sue caratteristiche la rendono preziosa per il nostro benessere. Protegge le cellule, mantiene e migliora l’equilibrio fisiologico, risultando non solo nutriente ma anche energetica ed ipoglicemica.
Ricordando che si può trovare comunemente nella qualità rossa, verde e gialla, in ogni caso si sconsiglia il consumo di semi di soia non trasformati perchè sono indigesti. In commercio si trovano molti prodotti derivati dalla soia : i più utilizzati sono il “latte di soia” e il formaggio “tofu”. Il “tamari” e lo “shoyu” ottenuti dalla lunga fermentazione della soia gialla sono un ottimo condimento. Sempre dalla fermentazione, ma con diverse tecniche, si ottiene il “miso”, ingrediente ideale per molte ricette soprattutto per le minestre. Dalla farina così si ottiene la cosiddetta “carne vegetale”, poichè si preparano delle vere e proprie bistecche, stufati, riepieni e salse.