Non è nostra abitudine muoverci nei giorni in cui si pensa di trovare in giro tantissima gente, così di solito nei giorni di Pasquetta e Ferragosto preferiamo rimanere a casa a riposare e magari a sbrigare qualche faccenda domestica che avevamo lasciato in sospeso.
Quest’anno no, sollecitato anche da Olga che voleva in tutti modi passare una giornata all’aperto abbiamo deciso di fare un sentiero sui colli Berici e per l’esattezza il sentiero nr. 3 di Lumignano, quello che porta all’Eremo di San Cassiano.
Un sentiero che da alcune descrizioni viste su dei siti è classificato come “facile” e con una percorrenza di circa 3 ore ed un dislivello di circa 300 mt. (ma la percorrenza probabilmente è indicata nell’intero tragitto tra andata e ritorno).
Quindi intorno alle 9.00 siamo partiti alla volta di Lumignano ed abbiamo trovato l’inizio del sentiero nr. 3 che è proprio alla base del campanile della Chiesa al centro del paese dove c’è anche un piccolo parcheggio (proveniendo dalla Riviera Berica, alla rotonda al centro del paese tenere la destra subito dopo 50 mt. a sinistra) e quindi dopo essere attrezzati con scarponi e bastoncini da trekking ci siamo incamminati, sbagliando però subito strada e quindi ci siamo ritrovati in un posto che definirlo sentiero era un eufemismo, quindi siamo tornati indietro ed abbiamo preso la direzione giusta.
Non essendoci sul sito internet una cartina altimetrica del sentiero non ci si rende conto che il percorso è quasi tutto ed esclusivamente in salita con alcuni tratti dove se non avevamo gli scarponi sicuramente avremo preso qualche bel ruzzolone, ma la cosa che ci ha un tantino sorpresi sono stati alcuni cartelli che abbiamo trovato sulla strada.
“Proprietà privata, accesso ai sentieri a proprio rischio, pericolo di frane e caduta massi”
E meno male che questo doveva essere un sentiero facile, magari per una famiglia che ha intenzione di portare i figli a fare una passeggiata sui colli, ma se c’è davvero pericolo di frane e di caduta massi perchè non lo si chiude il sentiero ?
In ogni caso noi decidiamo di assumerci questo rischio e procediamo per la strada e a metà percorso circa veniamo a sapere da un cartello che l’Eremo di San Cassiano è chiuso e che le visite guidate sono possibili solo la prima domenica di ogni mese, ed allora ci siamo chiesti “chissà se a Ferragosto faranno una eccezione e che lo tengano aperto” e così abbiamo continuato.
Siamo arrivati su all’Eremo e purtroppo non avevano fatto alcuna eccezione e l’Eremo era ben sigillato, anche qui sulla porta di ingresso c’era un cartello che ci diceva che era proprietà privata di un gruppo speleologico di Vicenza e che c’era possibilità di massi, di frane etc. etc. etc.
Peccato, ci sarebbe piaciuto veramente vedere da dentro questo Eremo del quale su internet ne avevamo trovato delle simpatiche recensioni, a questo punto della giornata non ci è restato che tornare indietro alla macchina e decidere come passare il resto della mattinata, considerato che voglia di tornare a casa subito proprio non avevamo.
Arrivati alla macchina ci siamo cambiati, Epifanio finalmente ha potuto riposare perchè anche lui dopo quella passeggiata dove abbiamo patito molto il caldo essendo una giornata afosa, in circa 3 ore di passeggiata abbiamo bevuto 2 lt. di acqua, cosa che quando andiamo sull’altopiano di Asiago accade solo dopo 4-5 ore di cammino.
Ripartiamo, dopo circa 15 minuti (e meno male che andavo piano) ci accorgiamo che nel cofano qualcosa non va, in effetti stavamo camminando con il portellone aperto e nessuno per strada ce lo ha indicato, nemmeno quel matto che ci ha sorpassato in una curva abbastanza pericolosa.
Siamo andati alla ricerca di una azienda vinicola per acquistare delle bottiglie di vino, ma a Ferragosto tutti chiusi (ne abbiamo trovate un paio sulla strada) ed essendosi fatta quasi ora di pranzo ci siamo messi alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa, prima opzione un agriturismo dove ci hanno guardati come se fossimo dei marziani e dove alla domanda se facessero funzione anche da ristorante ci hanno risposto “ma certo, non ha letto che siamo un agriturismo ?” Purtroppo però il pranzo sarebbe cominciato dopo circa 30 minuti e così ci siamo incamminati sui colli Berici dove ci siamo fermati ad un ristorante, il primo che abbiamo trovato per strada.
Naturalmente essendo Ferragosto tutti i tavoli erano prenotati, anche se ascoltando gli avventori che arrivavano si sentiva dire “siamo 9 invece di 14” e così ci hanno sistemato un tavolo di fortuna sotto una pianta di fico praticamente al sole anche se per loro eravamo riparati.
Premessa, quando parlerò dei posti dove abbiamo mangiato e dove secondo me si mangia male eviterò di fare il nome del locale, cosa che farò invece quando il locale merita di essere visitato, in questo caso eviterò di fare il nome del ristorante, in quanto alla fine sono rimasto delusissimo dal cibo.
Ci portano il menù, io avevo intenzione di prendere una grigliata di carne mista con una insalata mista, così per mantenermi leggero, ma quando ho chiesto la grigliata mista alla cameriera mi sono sentito rispondere che dovevo aspettare circa un ora (forse dovevano ancora macellare gli animali), così ripiego sul primo piatto e sui contorni e mi butto su una pasta al forno con i funghi che però avrebbero fatto megli a chiamare pasticcio al forno dove c’è un sacco di formaggio, besciamella e dove sono in corso le ricerche dei funghi.
Porzione miserissima, non voglio mangiare molto quando sono fuori casa, ma in certi casi anche l’occhio vuole la sua parte, e così sono costretto a spiluccare un paio di forchettate dal piatto di mia moglie che invece aveva scelto delle tagliatelle ai finferli un piatto abbastanza decente.
Dopo circa mezzr’ora dall’aver finito i primi, aspettiamo i contorni che non arrivano e così mi tocca sollecitarli alla cameriera, nel frattempo mi sono reso conto che un tavolo dietro il nostro, anch’esso arrangiato alla meno peggio avevano avuto quello che era stato ordinato prima di noi e con un tempismo perfetto.
I controni erano composti da : funghi, peperonata, coste (verdura cotta con pancetta) e patate al forno, almeno questi riempiono un pochino lo stomaco anche se sono “costretto” a mangiare tutte le coste perchè essendo Olga vegetariana non mangia pancetta.
Non ordiniamo il dolce perchè se i tempi sono quelli dei contorni forse li avremmo avuti per l’ora del thè e così andiamo a pagare il conto (31,30 euro) per aver mangiato : 2 primi, contorni misti, 1 bottiglia d’acqua e 1/2 litro di vino, così nel dettaglio.
Coperto x 2 = 4 euro (veramente avrebbero dovuto pagare loro noi per l’insolazione che ci siamo presi), 7.5 euro il primo di Olga, 6.5 euro il mio anche se sul menù c’era scritto 6 euro, 7 euro i contorni, 1.8 euro una bottiglia di acqua, 4.5 euro 1/2 litro di vino
A me sono sembrati un tantino fuori dalla norma il prezzo dei coperti e del 1/2 litro di vino considerato che non era nemmeno vino in bottiglia ma in caraffa.
Quando vado a pranzo fuori, non bado tanto alla quantità (anche se l’occhio vuole un pochino la sua parte) ma anche alla qualità e al rapporto qualità/prezzo, ovvero posso anche ammettere di pagare un conto di “peso” se il cibo è di qualità, ma quello che abbiamo mangiato ieri non valeva nemmeno il 50% del prezzo pagato e così sono tornato a casa più arrabbiato di prima.
Un consiglio per il Ferragosto ? Statevene a casa e mangiate cose sane e preparate da voi.