27 Marzo 2009 : diario alimentare

Marzo 27th, 2009

Oggi è stata proprio una giornata perfetta dal punto di vista alimentare e non solo, oltre a rimanere nei “limiti” impostomi nel regime alimentare stasera abbiamo concluso la giornata con una bella passeggiata di almeno 45 minuti in modo da andare a dormire riposati e con il metabolismo bello arzillo.

Diario alimentare del 27 marzo 2009.

Colazione : 200 ml di latte parzialmente scremato, 4 fette biscottate integrali.

Pranzo : verdura cruda, 2 scatolette di tonno all’olio extravergine di oliva sgocciolato, 2 pacchetti di crackers.

Cena : verdura cruda, 200 gr di bastoncini di surimi, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva.

Spezzafame : 4 fette di ananas

Voto alla giornata : 6

Il voto alla giornata è “solo” un 6 per non adagiarmi sugli allori di una giornata dove sono riuscito a controllare il tutto, il voto potrebbe aumentare nei prossimo giorni ove la tendenza dovesse rimanere la stessa.

Sarà la giornata perfetta ?

Marzo 27th, 2009

Dal punto di vista alimentare riuscirò a portare a casa la “giornata perfetta” ?

Fino alle 11.32 tutto bene, nessun sgarro alimentare, aggiornamenti a stasera.

26 Marzo 2009 : diario alimentare

Marzo 26th, 2009

Anche oggi alla giornata alimentare diamo un bel 4, ed il tutto non è dovuto al nervosismo o alla smania di svuotare la macchinetta ma al fatto che ho finito la frutta, stamattina sono sceso presto e non sono potuto passare da un fruttivendolo ed ecco che alle 10.30 il colpo di fame non è stato debellato con la caramella senza zucchero ma ho dovuto mangiare 2 pacchetti di crackers, ed allora mi sono detto, bene li hai mangiati adesso non li mangerai a pranzo, ed invece no li ho mangiati anche a pranzo.

Diario alimentare del 26 marzo 2009.

Colazione : latte parzialmente scremato, 4 fette biscottate integrali.

Pranzo : verdura cruda, 2 scatolette di tonno all’olio extravergine di oliva sgocciolato, 2 pacchetti di crackers.

Cena : lattuga, 2 cotolette di pollo Aia, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, 1 bicchiere di birra.

Spezzafame : 2 pacchetti di crackers.

Voto alla giornata : 4

25 Marzo 2009 : diario alimentare

Marzo 25th, 2009

Oggi una giornata abbastanza balorda, mi ero ripromesso di non fare sgarri ed invece ci sono cascato con tutte le scarpe ed ecco i 2 pacchetti di tarallucci dalla macchinetta anche se ho avuto l’accortenza di non mangiare i cereali a colazione e di sgocciolare il tonno a pranzo, domani è un altro giorno e dovrà andare meglio anche se ho finito la frutta e non ho spezzafame.

Diario alimentare del 25 marzo 2009.

Colazione : latte parzialmente scremato, 4 fette biscottate integrali

Pranzo : cavolo cappuccio, tonno all’olio extravergine di oliva sgocciolato, 3 pacchetti di crackers

Cena : cavolo cappuccio, 2 cotolette di pollo Aia, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, 1/2 bicchiere di vino.

Spezzafame : 1 arancia

Sgarri : 2 pacchetti di tarallucci.

Voto alla giornata alimentare : 4

24 marzo 2009 : diario alimentare

Marzo 24th, 2009

Come già anticipato nel post di ieri il 12 giugno 2009 finalmente traslocheremo nella casa che abbiamo comprato e dova tra qualche giorno inizieranno i lavori di ristrutturazione.

Sono sicuro che sarà un periodo di stress abbastanza forte tra il lavoro e lo star dietro all’impresa, quindi so che c’è la possibilità che mi lasci andare a qualche sgarro alimentare di troppo.

Per questo ho deciso di scrivere i diari alimentari, in modo da avere uno stimolo in più per non “sgarrare” nell’alimentazione.

Benvenuti a bordo.

24 marzo 2009 : diario alimentare

Colazione : 200 ml di latte parzialmente scremato, 45 gr di cereali

Pranzo : cavolo cappuccio, tonno all’olio extravergine di oliva non sgocciolato, 2 pacchetti di crackers

Cena : 50 gr di orzo con minestrone senza legumi

Spezzafame : 3 arance

23 Marzo 2009 : diario alimentare

Marzo 24th, 2009

Prepariamoci al trasloco, previsto il 12 giugno, quindi per i prossimi 90 giorni cercherò di tenere una alimentazione “controllata”.

Diario alimentare del 23 Marzo 2009 :

Colazione : 200 ml di latte parzialmente scremato, 40 gr. di cereali

Pranzo : 1 scatoletta di tonno, cavolo cappuccio

Cena : 50 gr. di orzo, minestrone di verdure

Spezzafame : 2 arance e 1 kiwi

La sconfitta del digitale terrestre

Febbraio 1st, 2009

Fonte

Per mantenere molti trasmettitori attivi ci vuole l’energia che illuminerebbe una città

Digitale terrestre, prime sconfitte

Gli esperti tv: «Tecnologia costosa, limitata, obsoleta» Esperienza difficile in Sardegna. E si guarda al satellite

 

Un dubbio, un forte dubbio, sta serpeggiando fra gli operatori del settore: a Mediaset qualcuno non ci dorme la notte; in Rai dicono che non è colpa loro, che se non ci fosse stata di mezzo l’imposizione dell’Unione europea…; al ministero rassicurano, non potendo fare altro. Il dubbio nasce dal fatto che, dopo infiniti rimandi, il digitale terrestre incontra più difficoltà del previsto e che, alla fine, rischia di rivelarsi per quello che è: una tecnologia obsoleta, costosa, limitata. Quello che l’ex ministro Gasparri presentava come il Paradiso terrestre delle comunicazioni pare ogni giorno di più un inferno. La messa in opera del Dtt è in sofferenza, come testimonia la Sardegna, dopo lo switch off di ottobre, lo spegnimento della tradizionale tv analogica e il passaggio coatto alla nuova tecnologia. In molte zone ci sono seri problemi di ricezione: non si vede ancora il nuovo ma non si vede più neanche il vecchio. Della nuova situazione ha approfittato Sky, aumentando il normale trend dei propri abbonamenti sull’isola. Che il passaggio da una tecnologia di vecchio tipo a una nuova comportasse una serie di problemi lo si sapeva, succede in tutti i campi. C’è molta confusione sui decoder (quelli comprati a minor prezzo non danno garanzie di affidabilità, alcuni non hanno nemmeno gli standard europei e quindi non riescono a captare le frequenze Vhf, su cui trasmette la Rai), la sintonizzazione dei canali non è impresa facile, molte antenne vanno sostituite o ripuntate e comunque liberate dei vecchi filtri. Nei centri urbani i risultati cominciano a dare i loro frutti e dove prima si vedevano 20 o 25 canali adesso se ne possono vedere 80, con una migliore qualità dell’immagine. Ma i veri problemi di fondo sono altri, due in particolare. La tecnologia del Dtt è una tecnologia pesante, ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei mille e mille vecchi tralicci con cui, in cinquant’anni di storia, la Rai è riuscita a «illuminare» l’intero Paese.

È vero, come sostiene qualcuno, che anche altri Paesi europei hanno avuto problemi nel passaggio dall’analogico al digitale ma nessun Paese europeo ha la struttura orografica dell’Italia. C’è tutto un fiorire di aneddoti e di leggende sulla straordinaria bravura dei tecnici Rai nel portare il segnale nelle più sperdute e inaccessibili zone delle valli alpine e della dorsale appenninica. Adesso il problema si ripropone, più grande ancora. Come dimostra appunto il caso dell’esperimento Sardegna. E quando, fra poco, toccherà alla Valle d’Aosta, al Piemonte, al Trentino, alla Campania cosa succederà? A fronte di questi intoppi, per altro prevedibili, c’è da registrare un’aggiunta importante: per mantenere attivi i trasmettitori ci vuole un enorme impiego di energia in un paese dove l’energia si compra a caro prezzo. Se si spegnessero tutti i trasmettitori si potrebbe tranquillamente alimentare una città, contribuendo a diminuire l’inquinamento elettromagnetico. Senza contare, al contrario, che il segnale via satellite ha bisogno di minore energia. Il secondo grande problema è questo: il Dtt è la conseguente evoluzione del segnale analogico; si pensava quindi, ragionevolmente, che il passaggio fosse più naturale, meno traumatico, specie in regioni pianeggianti. Con un semplice decoder l’utente trasforma il vecchio televisore in una macchina delle meraviglie. Il che è vero, ma solo in parte. Senza entrare troppo nello specifico, il Dtt è una tecnologia limitata, perché riesce a fornire un numero alto ma pur sempre contenuto di frequenze. Un esempio: in questo momento va in onda il Grande Fratello, un programma la cui caratteristica principale è che le telecamere nella casa romana sono accese 24 ore su 24. Su Sky c’è un canale apposito (Sky Show, 116) per vivere in diretta questa discussa esperienza. Il Dtt ne propone addirittura due, di canali: Extra1- Premium ed Extra 2-Premium. Il Dtt è più ricco del satellite? No, per niente. Su Sky Show c’è un tasto verde con cui si possono scegliere, senza cambiare canale, ben quattro inquadrature differenti, con i rispettivi sonori. Il Dtt, per fornire due inquadrature differenti, deve impiegare non uno ma due canali. Il Grande Fratello può apparire un esempio poco significativo («E chissenefrega di vedere il GF!») ma se noi ragioniamo sul futuro della tv le cose si complicano non poco. La tendenza in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, è quella di offrire anche programmi in Alta Definizione. Che è uno strabiliante modo di vedere la tv in grado di cambiare radicalmente le nostre abitudini, non solo per lo sport o per il cinema.

Ma se, per ipotesi, si cercasse di portare l’HD sul Dtt i canali si ridurrebbero drasticamente, perché l’Alta Definizione occupa molto spazio. E poi non si era detto che l’etere bisognava riservarlo alla telefonia? L’Italia non è un paese cablato come gli Stati Uniti, o lo è solo parzialmente. A New York, con circa cento dollari al mese, ci si può collegare al cavo ed avere, contemporaneamente, i servizi televisivi (un’infinità di canali, a secondo del tipo di abbonamento) e quelli telefonici, compreso Internet. L’ideale per l’Italia sarebbe l’introduzione del WiFi, per poter usufruire dei vantaggi della Rete in ogni situazione, per facilitare l’integrazione fra televisore, pc e palmare. O la banda larga via satellite. C’è infine un problema di investimenti: impiantare il Dtt terrestre costa. Bisogna comprare nuove frequenze, bisogna alimentare i trasmettitori, bisogna programmare nuovi decoder interattivi, bisogna… ma in Rai non c’è una lira. Non a caso lo sviluppo del Dtt è asimmetrico, sia dal punto di vista tecnologico che da quello della programmazione. A parte il piccolo miracolo di Rai4, Mediaset è molto più avanti, è come se, paradossalmente, si dovesse tirare dietro il suo competitor (o presunto tale, visto che nel frattempo il posto è stato occupato da Sky). Mediaset sul Dtt ha tre ottimi canali (Mya, Joy e Steel) ma fatica a dare loro la visibilità che meritano. Quanto tempo ci vorrà ancora perché questi tre canali entrino nelle nostre abitudini visive? Per questo, l’invito a pranzo di Fiorello da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi va letto in maniera meno folcloristica di come è stato fatto. Per questo, Mediaset sta pensando di coinvolgere la Rai in una nuova avventura satellitare, Tivù Sat (48% Mediaset, 48% Rai, 4% La7). Eutelsat ha già pronto un satellite con nuovi trasponder, non bisognerà nemmeno spostare la parabola di Sky. A quel punto che fine farà il «vecchio» e costoso digitale terrestre?

Aldo Grasso
30 gennaio 2009

Google in tilt per 30 minuti : panico nella rete

Febbraio 1st, 2009

Fonte

Web, Google va in tilt per mezz’ora

L’azienda parla di “errore umano”

Un inconveniente ha bloccato per circa una mezz’ora il motore di ricerca Google, gettando nel panico gli utenti. Nel periodo di interruzione del servizio, cliccando sui risultati della ricerca di Google, si apriva una pagina nella quale si avvertiva che il sito richiesto “può contenere materiale pericoloso”. Intasati i portali di informazione sulla gestione dei software. “E’ stato un errore umano”, si è giustificata l’azienda.

Il panico si è diffuso tra le 15,30 e le 16,25 fra gli utenti della rete, è rimbalzato sui blog e ha mandato in tilt anche molti siti dedicati alla lotta contro i virus informatici, sovraccarichi di richieste d’informazioni.

Il “guasto” – sulla cui natura non si hanno precise informazioni – è stato risolto dopo meno di tre quarti d’ora e Google ha ripreso a funzionare normalmente.

Sul blog del motore di ricerca, è stato pubblicato fa il “post” con le spiegazioni e le scuse di Google. “Il messaggio comparso nel periodo in questione, che indicava qualunque link risultato di una ricerca come sospetto e a rischio di contenere materiale pericoloso è stato chiaramente un errore”, spiega il blog di Google.

“Quel messaggio compare solo per i siti che vengono dichiarati effettivamente a rischio dopo un controllo accurato da parte di una organizzazione non-profit, la StopBadware.org, e la lista, proprio per la sua delicatezza la lista dei siti a rischio viene gestita manualmente e non dalle macchine”.

Crisi auto : altri aiuti di Stato alla Fiat

Gennaio 30th, 2009

Crisi auto,verso aumento incentivi

Allo studio budget di un miliardo euro

Il budget per gli eco-icentivi a sostegno del settore automobilistico potrebbe passare dai 300 milioni previsti a un miliardo di euro. I tecnici del ministero dello Sviluppo economico contano di incrementare le vendite a 150-200 mila vetture raddoppiando il bonus (a 1500 euro per gli Euro zero, uno e due immatricolati fino al ’99). Sullo stanziamento l’ultima parola spetta al Tesoro che dovrebbe pronunciarsi la prossima settimana.

Lo Stato si prepara ad aiutare nuovamente la FIAT con quasi 1 miliardo di euro di incentivi per l’acquisto di nuove autovetture ?

Dov’è il problema ? E’ giusto aiutare un settore trainante dell’economia Italiana se non fosse che la FIAT quando le cose vanno bene annuncia acquisizioni megagalattiche, quando invece le cose vanno male a causa della crisi recessiva viene a bussare alla porta dello Stato che sotto il “ricatto” dell’eventuale perdita di tanti posti di lavoro come sempre apre il portafoglio e quindi sovvenziona l’azienda torinese con incentivi o con massicci ricorsi alla cassa integrazione.

Però trattandosi di soldi di contribuenti Italiani, sarebbe “corretto” vincolare questi finanziamenti a dei fattori che facciano si che i soldi “restino” in Italia e che la Fiat non investi magari in stabilimenti in Polonia o in Brasile, allora si potrebbe prevedere che l’incentivo sia solo per le automobili le cui catene di montaggio siano presenti in Italia in modo che l’eventuale surplus di lavoro faccia crescere la richiesta di manodopera anche se a tempo determinato.

Quindi si alle sovvenzioni alla Fiat, ma a determinate condizioni, altrimenti il miliardo di euro che lo si investa in qualche altro modo.

Piazza Farnese : cosa ha veramente detto Di Pietro

Gennaio 30th, 2009

Qui di seguito potete leggere “integralmente” cosa ha detto l’onorevole Di Pietro a Piazza Farnese, naturalmente nessuna televisione e nessun giornale hanno pubblicato l’intero intervento in modo che fosse il lettore a farsi un idea di quello che avesse detto ma hanno pubblicato degli spezzoni in modo da rendere diverso il senso.

Naturalmente nessun giornale e nessuno telegiornale invece ha parlato della manifestazione e del senso di essa.

A nome mio personale e dell’Italia dei Valori voglio ringraziare tutta l’associazione dei familiari vittime della mafia, voglio ringraziare tutti voi perché non volete arrendervi, perché avete il coraggio di continuare questa battaglia di legalità e di civiltà, mai come in questo momento necessaria per evitare che il nostro Paese finisca da una parte governato da un regime piduista, dall’altro per dimenticare chi ha dato la vita per portare la democrazia e la legalità nel nostro Paese.
Da Piazza Navona a Piazza Farnese, dunque, e poi di nuovo ancora di piazza in piazza, in tutto il Paese, per informare i cittadini e formare insieme ad essi una nuova coscienza civile che faccia della legalità un presupposto per una sana economia e per una sana democrazia. Questo è l’impegno dell’Italia dei Valori.
Non vogliamo che chi ha dato la vita per il nostro Paese venga ammazzato due volte, ammazzandone il ricordo e l’impegno con cui hanno fatto il loro lavoro.

Perché siamo qui.

Perché siamo qui? Perché ancora una volta alcuni casi concreti fanno vedere come il sistema si chiude a riccio per pensare solo a difendere le proprie prerogative e la propria impunità. Ogni volta che rispetto al sistema si cerca di scoprire se qualcuno ha truccato le carte viene buttato fuori sempre non il truccatore, ma colui che cerca di scoprire chi è il truccatore. Di volta in volta è successo e succede sempre a chi, cercando di fare il proprio dovere, cerca di arrivare ad applicare la giustizia in modo uguale per tutti. Credo che un principio fondamentale in uno Stato di diritto debba essere che quando un magistrato fa le indagini debba essere lasciato in pace a farle completamente fino alla fine, e non bloccandole a metà. Ne so qualcosa io, perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Questa idea che bisogna sempre fermare un magistrato prima che possa concludere le indagini, e quindi invece di difendersi nel processo ci si difenda dal processo, è un idea medievale, è un idea da Don Rodrigo. Ecco perché noi siamo qui. Siamo qui per affermare il principio che chi non ha nulla da temere dalla giustizia può essere solo felice di andare dal proprio giudice, perché può far sentire la propria ragione, e se non è convinto della decisione del primo giudice ha un secondo ed un terzo giudice che potrà valutare meglio la sua situazione. Ma l’idea che si debba essere al di fuori della legalità, costruendosi un lodo Alfano e un lodo Consolo, come si sta facendo, è un idea che offende lo Stato di diritto. Ecco perché siamo qui.

Da legge ad personam a legge ad personam.

Siccome si sta compiendo un altro misfatto, lo diciamo oggi prima che il misfatto si compia: si sta andando avanti di legge ad personam in legge ad personam. Si dice che si vuole più sicurezza, più legalità, più giustizia che funzioni, ma si fa l’esatto contrario. Ieri, il ministro della Giustizia Alfano in Parlamento è venuto a fare la relazione dei suoi primi mesi di governo, e si è scordato di dire che ha fatto il lodo Alfano. Si è vergognato pure lui di quello che ha fatto. Ieri, il ministro della Giustizia non ci ha detto che stiamo approvando in Parlamento, dove è già in Commissione, il lodo Consolo, dove i ministri, ingelositi, vogliono anch’essi la legge che Berlusconi si è fatto per sé. Ieri, il ministro della Giustizia si è dimenticato di dire che hanno fatto il lodo Salva-Manager, quello che ha permesso ai tanti furbetti del quartierino di poterla farla franca. Si sono scordati di dire che sta facendo il lodo “salvati dalle intercettazioni”. Anche su questo permettetemi di dire che quello che oggi vendono come un accordo trovato nella maggioranza è semplicemente una constatazione che sono stati presi con le mani nella marmellata, perché il disegno di legge è già stato depositato a giugno, e nel disegno di legge si diceva che fino a 10 anni della pena edittale non si intercettava più. Cosa voglio dire? Voglio dire che ci hanno provato, e dato lo schiaffetto nelle mani non ci hanno ripensato: hanno cambiato il vasetto della marmellata.
Cosa voglio dire con questo? Che la proposta che hanno fatto ieri è peggio ancora di quella precedente, perché hanno detto “va bene le intercettazioni, però per 45 giorni”, in modo che uno possa sapere che dal 46° giorno in poi può fare quello che gli pare e piace. Non voglio fare polemica politica, voglio dare solo un dato tecnico: il magistrato del pubblico ministero svolge un indagine, gli viene dato un tempo, da sei mesi al massimo un anno, per fare le indagini. Mi volete spiegare perché se ho 6 mesi per indagare su un fatto costituente reato, perché tra gli strumenti d’indagine l’intercettazione deve essere soltanto per 45 giorni? Mi spiego meglio: se in sala operatoria viene detto che un chirurgo ha bisogno di due ore per fare un intervento, perché gli viene detto che il bisturi lo può usare per 15 minuti? Ma se sto facendo un indagine, datemi tutto il tempo di cui ho bisogno. Non ha senso, ne una logica. Il senso e la logica ci sono perché “non si sa mai che si scoprano i reati”. Dico questo perché a parole dicono che vogliono sconfiggere la criminalità organizzata, quella criminalità per cui l’associazione delle vittime sono qui oggi, ma se togli al magistrato per scoprire, arrestare ed assicurare alla giustizia chi commette i reati, a parole combatti la criminalità organizzata e nei fatti la favorisci. Ecco perché siamo qui.
Siamo qui per ribadire che non possiamo e non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo reagire. Il ministro della Giustizia Alfano si è scordato di dire che un milione di persone hanno detto che quel lodo Alfano è un indecenza. Siamo qui perché non comprendiamo per quale ragione in materia di giustizia riescano sempre a trovare accordi, un po a destra e un po a sinistra gli conviene a tutti quanti. Non le comprendiamo queste ragioni.
Sempre sul piano tecnico vi dico cosa contiene questo altro vasetto di marmellata. E’ stato previsto che le intercettazioni ambientali e anche quelle fatte tramite videocamere sono valide ai fini processuali solo se autorizzate dal magistrato. Ora, uno dei modi per assicurare la sicurezza nelle città è quello di mettere un po di videocamere in giro. Questa benedetta videocamera becca uno stupro dietro l’angolo, una rapina, un furto, quella registrazione non la posso usare perché non è stata autorizzata dal magistrato. E come lo scopro il reato? Questi vogliono dei magistrati con la palla di vetro. E chi scelgono? Quelli che non piacciono a loro da castigare, quelli che piacciono a loro da non toccare. Questa è la giustizia in Italia, e contro questa giustizia dobbiamo ribellarci.

Per una libera informazione.

Che fare? Non basta semplicemente resistere, perché questi se ne fregano della resistenza. Bisogna fare da una parte come abbiamo fatto noi con i referendum, dall’altra informando i cittadini di quello che avviene nel palazzo, perché l’unico giudice nei confronti della politica è il cittadini.
Il cittadino non è fesso, ma non sa perché c’è un informazione malata. Ecco perché noi dell’Italia dei Valori non siamo rientrati nella Commissione di Vigilanza. Il problema è tutto li: la Commissione di Vigilanza, che vogliono adesso, la vogliono subito subito, presto presto, perché si sono già accordati per la spartizione del Consiglio di Amministrazione della Rai, quell’organismo che poi decide chi deve dire le cose agli italiani, come deve dirlo, quando deve dirlo e cosa deve dire. In realtà è un organo importantissimo, dipende da come lo usi. Appunto, è come il bisturi che serve per ammazzare la moglie o per salvare una vita. Noi diciamo che ci devono andare persone al di fuori di rapporti di parte, basta politici trombati, basta riciclati, basta persone di parte. Stamattina ho letto sui giornali che l’Italia dei Valori vuole un posto in Rai per sé: ma chi lo ha detto? Non saprei proprio chi metterci per me, e non avrebbe senso ne logica. Noi vogliamo una Rai dove al Consiglio di Amministrazione ci siano professionisti che di mestiere fanno informazione, che non dipendano dai partiti, ma che controllino i partiti. Noi vogliamo che i controllati non possano nominare i propri controllori, che se li nominano per dire che hanno ragione loro. Questa è l’anomalia del nostro Paese. E’ chiaro che poi, se la Rai viene governata dai partiti, la Rai dei partiti dirà che i partiti della Rai sono i più bravi, gli unici che capiscono e gli unici che fanno le cose per bene. Il cittadino viene quindi truffato, cosi come quando viene chiamato a votare, perché con questa legge elettorale che non permette loro di scegliere il proprio dipendente, come dicono gli amici di Beppe Grillo, ci rendiamo conto che in Parlamento ci sono persone che vengono indicate da quattro-cinque Boss, e come tali devono soltanto rispondere perché altrimenti avranno la morte politica, e siccome vogliono vivere e campare si arrangiano sistemandosi. Ecco perché dico che in un Paese civile e democratico, le manifestazioni come queste, o come Piazza Navona, dovrebbero essere uno stimolo per chi è al potere di riflettere e migliorarsi, non di denigrare. Lo dico perché voglio lanciare un appello al Presidente della Repubblica.

L’appello a Napolitano.

Signor Presidente, lo sa che questa mattina si sta cercando, ancora una volta, di farci lo scherzetto che è stato fatto a Piazza Navona? Credo che in una civile piazza dei cittadini italiani abbiano il diritto di manifestare. Si può non essere d’accordo su quanto abbiamo fatto e su quanto stiamo facendo, ma è un nostro diritto, garantito dalla Costituzione, poter dire che quello che fanno determinate persone non ci convince? Ci possiamo permettere, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d’accordo su alcuni suoi silenzi? Possiamo permettercelo o no? O siamo degli eversori? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l’arbitro, che a volte il suo giudizio ci pare poco da arbitro e poco da terzo. Lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni, vogliamo essere tranquilli. Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l’Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c’è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d’accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d’accordo sull’oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d’accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un’altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio.
Noi ribadiamo che c’è necessità di una nuova legge elettorale che ridia in mano ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri dipendenti. Vogliamo una legge che risolva il conflitto d’interessi. Vogliamo al più presto una legge che preveda la non candidabilità delle persone condannate, una legge che preveda l’impossibilità di assumere incarichi di governo, locale e centrale, di persone rinviate a giudizio. Vogliamo una legge che non preveda più la possibilità a quelle imprese, di cui imprenditori sono stati condannati, di partecipare a gare e ad appalti della pubblica amministrazione. Si deve sapere che quando c’è un Romeo preso con le mani nel sacco una prima volta, non ci può essere una seconda volta, e per non esserci c’è bisogno di stabilire delle regole.
Tutto queste cose noi chiediamo alle istituzioni, e per queste cose ci appelliamo a lei signor Capo dello Stato, lo faccia un discorso coraggioso, dica che devono andare fuori dal tempio i mercanti, dica che devono andare fuori dal Parlamento i condannati, lo dica e noi l’approveremo e troverà striscioni diversi. Non si lamenti se poi qualcuno vede nel silenzio un accondiscendenza.
E’ tempo di far sentire sempre di più la propria voce, nel Parlamento e nelle istituzioni, dove possiamo. Ma sa, là ci considerano eversori perché vogliamo che la legge funzioni. Si sono invertiti i termini del gioco.
Vogliamo essere sempre più presenti, nelle piazze e nelle città, da Piazza Navona a Piazza Farnese, di piazza in piazza, questa primavera, subito dopo che saranno finite le scaramucce elettorali (perché non vogliamo essere accusati che lo facciamo per fini elettorali) metteremo in piedi un altro grappolo di referendum, perché vogliamo contribuire attraverso i referendum il risveglio della coscienza civica dei cittadini, di non lasciarli nell’oblio delle veline, che come nuovo olio di ricino addormentano le coscienze. Noi cominceremo quindi subito e a quegli amici, agli amici di Ponzio Pilato, quando ci diranno che non raggiungeremo il quorum, diremo: “Zitto ragazzo, zitto che siamo in mezzo al mare, è inutile che dici che non raggiungiamo la riva. Nuota in questo mare e cerca di portare l’Italia in una democrazia migliore”.